MIRTILLABIO più green che mai!

La sostenibilità prima di tutto.

Quest’anno in Mirtillabio è iniziata una vera e propria rivoluzione/evoluzione che sta conquistando tutti i settori dell’azienda: dai sacchetti usati per confezionare i nostri biscotti, agli imballaggi delle nostre torte e tortine, fino alle vaschette della nostra gastronomia la conversione dei nostri contenitori convenzionali in compostabili sta ormai raggiungendo la totalità dei nostri prodotti. Questa scelta, certamente un investimento di non poco conto, è stata presa con il pensiero al futuro, per cercare una soluzione alternativa che potesse rispecchiare i valori ed i principi etici di Gianni e Silvia e dell’azienda.

“Da sempre abbiamo avuto il desiderio di abbattere, per quanto possibile, l’impatto che la nostra azienda aveva sulla natura e da sempre la plastica, presente in imballaggi delle materie prime e dei prodotti finiti, ne rappresentava la maggiore quantità. All’inizio del nostro progetto dicevamo spesso – se mangi bio, cambi il mondo – ma noi questo cambiamento lo vogliamo veramente e sinceramente, e vogliamo impegnarci al massimo per preparare del cibo sano che faccia bene a ciò che ci circonda, ad un ambiente sano.”

Per questo è partita una ricerca per il materiale giusto, del fornitore che potesse rispondere alle nostre esigenze e che ha portato ai suoi frutti dopo anni di lavoro.

La nostra scelta è ricaduta sull’utilizzo di packaging compostabile composto da materiali che, a seguito di degradazione da parte di microrganismi in condizioni particolari, vengono trasformati in una sostanza idonea alla concimazione in agricoltura o per il rinvaso di fiori e piante, grazie alla ricchezza di elementi organici che possono potenzialmente migliorare gli elementi nutritivi nel suolo.

Infatti i materiali compostabili, per definizione secondo la norma UNI EN 13432, sono caratterizzati dalla capacità di degradarsi in meno di 3 mesi e, oltre questo lasso di tempo, non essere più visibili.

Caratteristica questa che distingue i prodotti compostabili da quelli biodegradabili, differenti nei tempi della degradazione e nei residui alla fine del compostaggio industriale, che si decompongono entro 6 mesi di almeno il 90%.

“Compostabile è sempre biodegradabile,

biodegradabile non è sempre compostabile”

Numerosi sono i materiali compostabili da poter utilizzare che non provengono dalla lavorazione del petrolio, e per questo detti anche bioplastiche, ma quello che abbiamo scelto noi è il PLA o acido polilattico, un biopolimero originato dalla lavorazione di mais, patate, barbabietole, canna da zucchero e altri prodotti naturali vegetali, rinnovabili.

Compostabile e biodegradabile, la sua resistenza e le buone performance tecnologiche lo rendono una buona alternativa al tradizionale polipropilene e un ottimo materiale per la realizzazione di food packaging.

Ottimo è anche il suo utilizzo nella realizzazione di film e pellicole per un risultato brillante e con una buona trasparenza.

Ma come consumatori, come possiamo però riconoscere i contenitori in bioplastica?

Presentano tutti, alla base o sul lato del contenitore espresso in modo chiaro, visibile e di immediata comprensione, dei loghi rilasciati da organismi indipendenti che ne identificano la loro idoneità a normative di settore e che rispondono quindi alla loro definizione di materiali “biodegradabili e/o compostabili”.

E per lo smaltimento?

Nella gestione dei rifiuti abbiamo scelto materiali compostabili perché il compostaggio, naturale o industriale, rappresenta una forma di smaltimento davvero interessante perché permette la stabilizzazione del rifiuto, la sua igienizzazione durante la fermentazione controllata ad alte temperature (da energia liberata dal rifiuto stesso) e ci permette di ottenere quindi una componente biodegradabile dei rifiuti solidi e urbani, con il recupero quasi totale del materiale e una netta riduzione di questo sull’impatto ambientale. La nostra scelta è stata condizionata anche dall’assenza di produzione di gas, odori o residui potenzialmente tossici durante il trattamento e la possibilità di poter riutilizzare la componente organica senza sottoprodotti da smaltire.

Ma in un’azienda alimentare come Mirtillabio i contenitori non sono tutto: anche le etichette hanno la loro importanza ed il loro impatto sul pack finale di un prodotto.

Durante questo periodo di conversione, con l’obiettivo di convertire anch’esse a compostabili per tutti i nostri prodotti, abbiamo deciso di utilizzare etichette removibili preferendo smaltire tutte le componenti senza promiscuità.

Alla base dello smaltimento di queste componenti c’è la raccolta differenziata dei rifiuti domestici con la suddivisione di vaschette, sacchetti ed etichette nel bidone rispettivamente dell’umido, dell’indifferenziata e, per quello che resta e deve essere ancora convertito, nella plastica.

Quindi il principale riferimento per il nostro smaltimento quotidiano e casalingo rimangono le disposizioni e l’organizzazione comunale nella raccolta dei rifiuti.

Ecco qualche consiglio per smaltire i prodotti di Mirtillabio

Le vaschette, i film e le etichette della nostra gastronomia sono 100% compostabili ed è possibile smaltirli gettandoli tutti nel bidone dell’umido.

Una volta aperta la confezione invitiamo a sciacquare le componenti del packaging e seguire le indicazioni presenti in etichetta.

Avendo a cuore questa tematica, per tutti i nostri altri prodotti che hanno packaging dedicato, abbiamo riservato una sezione nelle loro etichette alle procedure ed ai consigli da seguire per il loro corretto smaltimento nella raccolta differenziata.

Sappiamo che da soli noi di Mirtillabio non potremo realizzare un grande cambiamento, ma siamo contenti di avere tanti consumatori consapevoli e sensibili a questa tematica che condividono questo desiderio con noi: fare del bene al nostro Pianeta.

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